martedì 15 dicembre 2009

DI CHE COSA SI OCCUPA LO PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE?

Attualmente copre il campo del trattamento di tutti i disturbi mentali: disturbi dell’area nevrotica (disturbi d’ansia, fobie, ossessioni-compulsioni, depressione), disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia), disfunzioni sessuali, disturbi di personalità, disturbi da abuso di sostanze, psicosi (disturbo delirante, schizofrenia), problemi psicopatologici dell’età evolutiva, psicopatologia nell’anziano.
Oltre alle applicazioni psicopatologiche le tecniche cognitivo-comportamentali si dimostrano particolarmente efficaci e rapide per aiutare le persone a risolvere difficoltà di adattamento o crisi evolutive (difficoltà nelle relazioni sociali o nel lavoro, ansia da esame, reazioni disadattive al lutto, difficoltà nella coppia o nella gestione dei figli, ecc.), anche attraverso modalità alternative al trattamento psicoterapico (gruppi di auto-aiuto, biblioterapia).
Il terapeuta cognitivo – comportamentale possiede nel suo repertorio una serie di tecniche di derivazione comportamentale, cognitiva e relazionale, che utilizza all’interno della cornice della relazione terapeutica, vale a dire il particolare rapporto tra operatore e paziente, rapporto che viene investito da una progressiva condivisione di senso.
In termini molto semplificati possiamo affermare che l’intervento terapeutico si pone due obiettivi principali:
  • il primo é quello di individuare e definire il tipo di pensiero che accompagna le emozioni negative (per esempio dolore, sconforto, paura);
  • il secondo consiste nel cercare delle modalità alternative, più funzionali, di affrontare le situazioni problematiche.
L’adozione di modalità di pensiero più costruttive conduce a una modificazione dell’esperienza emozionale dolorosa. Sarà compito del terapeuta individuare le tecniche più appropriate che potranno aiutare la persona a raggiungere questi obiettivi, mentre sarà compito di quest’ultima impegnarsi durante gli incontri e nella vita reale per seguire le indicazioni dell’operatore.
Caratteristiche dell’approccio sono:

Mirato allo scopo: all’inizio della terapia, previa una approfondita valutazione diagnostica, vengono concordati gli obiettivi da raggiungere, viene stabilito un piano di trattamento che si adatti alle esigenze del singolo, vengono previsti i tempi e le modalità di verifica per il raggiungimento dei cambiamenti auspicati.
Centrata sul presente: il lavoro terapeutico, soprattutto quando mirato alla soluzione di sintomi specifici, si basa sull’elaborazione di quello che succede nella vita attuale della persona. L’attenzione al passato e alla “storia” personale è sicuramente importante in fase diagnostica e in alcune categorie di intervento, ma normalmente la terapia cerca di aiutare la persona a superare le difficoltà attuali.
Attivo e collaborativo: terapeuta e paziente lavorano insieme.Il terapeuta può proporre delle strategie cognitive e comportamentali che poi il paziente dovrà sperimentare negli incontri e a casa, tra una seduta e l’altra.
A breve termine: la durata dell’intervento è dipendente dalla valutazione del tipo di difficoltà e dall’impegno e motivazione del paziente. In ogni caso i cambiamenti vengono monitorati a scadenze prestabilite in partenza, ed è quindi possibile la valutazione dell’efficacia dell’intervento oltre che la ridefinizione degli obiettivi.
Integrabile: si presta a sinergie con il trattamento psicofarmacologico.

Dimostra la sua efficace a breve e lungo termine: questo orientamento vuole sottoporre a sperimentazione le strategie e tecniche di cui fa uso. La misurabilità dei risultati permette di fare ricerche. Quelle fatte fino ad ora dimostrano che, i cambiamenti ottenuti con queste tecniche, si mantengono a lungo nel tempo.
Tutto quanto è stato detto rientra sempre in una relazione di fiducia che dev’essere costruita con il paziente!

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