martedì 16 giugno 2009

PSICOTERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE

La psicoterapia cognitivo-comportamentale è una delle più diffuse psicoterapie per la terapia di diversi disturbi psicopatologici, in particolare dei disturbi dell'ansia e dell'umore.
Rappresenta lo sviluppo e l'integrazione delle terapie comportamentali e di quelle cognitiviste, e si pone in una posizione di sintesi degli approcci neocomportamentisti, della
REBT (Rational-Emotive Behavior Therapy) di Albert Ellis e della terapia cognitiva classica di Aaron Beck, di cui cerca di integrare i principali aspetti funzionali.
Tale psicoterapia si basa sul modello A-B-C in cui B (Behaviour) è il comportamento target da modificare, A (Antecedente) è la situazione che porta il comportamento B ad essere agito e C (Conseguente) che è l'effetto che ottiene B. Il conseguente C ha un effetto di
rinforzo sul behaviour target B causando il mantenimento del comportamento, anche se disfunzionale o problematico.
L'obiettivo del terapeuta cognitivo-comportamentale è di ridurre il comportamento di evitamento, facilitare un reframing cognitivo (ristrutturazione cognitiva), ed aiutare il paziente a sviluppare abilità di coping (la capacità di fronteggiare certe situazioni).
Per raggiungere questi obiettivi, una delle tecniche principali consiste nell'esposizione sistematica del paziente alla situazione temuta, per comprenderla ed indagarla "sul campo". Quindi, con questa terapia risulta possibile monitorare l'influenza dell'ambiente a fini correttivi, attuando una sorta di
retroazione (feedback).
Questo può comportare:
Ristrutturare credenze "false" o auto-lesionistiche
Sviluppare l'abilità di parlare a se stessi in modo positivo (self-talk positivo)
Sviluppare la capacità di sostituzione di pensieri negativi
Desensibilizzazione sistematica (usata principalmente per l'agorafobia e le fobie specifiche)
Fornire conoscenze specifiche al paziente, che lo aiuteranno a fronteggiare le situazioni (per esempio se qualcuno soffre di attacchi di panico, gioverà l'informazione che le palpitazioni in sè stesse, anche se rapide e prolungate, sono del tutto innocue).
Al contrario delle prescrizioni mediche, l'efficacia della terapia cognitivo-comportamentale dipende da vari fattori soggettivi, come la competenza del terapeuta e la convinzione del soggetto. Oltre alla terapia convenzionale svolta "in studio", tale indirizzo di psicoterapia prevede spesso anche dei compiti cognitivo-comportamentali che i pazienti possono svolgere a casa come parte integrante della loro terapia (i cosiddetti "
Homeworks").

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